Il Bastione per esempio

Il recupero della città militare è uno dei temi con cui Verona si confronta costantemente, grazie all’enorme patrimonio architettonico-monumentale costruito per l’arte della guerra e oggi destinato – o ancora da destinare – alla vita civile. Per questa ragione la Civica Alleanza per un Grande Castelvecchio ha promosso il 14 luglio 2020 un incontro presso il Bastione delle Maddalene, esempio di un riuscito recupero di spazi e aree aperte ex militari, al quale è intervento Ettore Napione nelle vesti di responsabile dell’ufficio UNESCO del Comune di Verona. Dopo i saluti di Francesca Toffali, assessore con delega al patrimonio UNESCO, Napione ha ripercorso le ragioni che hanno portato alla scelta delle mura quale elemento-simbolo iscritto nel patrimonio dell’umanità, a fronte degli altri monumenti veronesi che avrebbero potuto aspirare al medesimo riconoscimento – l’Arena su tutti. Ma è proprio sul carattere esemplare e simbolico che UNESCO compila l’ambita lista, all’interno della quale Verona figura dal 30 novembre 2000. Ricorrono dunque vent’anni da quel giorno, mentre programmi e progetti sulle mura e sul patrimonio della città militare in genere si susseguono, tra interventi esemplari e nodi non ancora risolti. Una visita all’esposizione allestita all’interno del Bastione delle Maddalene, introdotta da Anna Braioni e Alberto Vignolo, ha consentito al nutrito gruppo dei presenti all’intervento di ripercorre l’evoluzione storica del sistema fortificatorio veronese. Inevitabile il pensiero a quella parte di Castelvecchio ancora in carico al Demanio militare e in uso al Circolo Unificato dell’Esercito: il suo ruolo di insostituibile risorsa di spazi per le esigenze di un museo moderno, quale potrà essere il nostro Museo Civico una volta esteso all’intero castello, va nella direzione di un consapevole riutilizzo della città militare. Gli esempi positivi anche a Verona non mancano.